venerdì 15 luglio 2016

Il punto di vista di Kaioshin



Mi stai ascoltando papà? Uffa, io non ce la faccio più però, ancora non siamo arrivati?
Sì che ti ascolto ma non puoi parlare e camminare perché qui la salita è ripida e ti affatichi troppo. Guarda, ho il fiatone e sono tutto sudato anch’io. Però ci siamo quasi, ancora un piccolo sforzo…
Sì, ma sono due ore che lo dici.
Eccoci, eccoci, guarda che meraviglia. Qui mi portava spesso il nonno e io facevo molti più capricci di te. Bravo, sei diventato un buon camminatore. Qui si incrociano due mari diversi, lo vedi che hanno colori e onde differenti? Che sono diversi?
Sì, ma che vuol dire che sono diversi? Il mare non è sempre lo stesso?
No, niente è mai lo stesso perché tutto cambia continuamente e se non cambia continuamente, cambiamo noi. Ecco, io e il nonno ci sedevamo sempre su questo pietrone a osservare questo spettacolo.
Sai cosa sembra questo posto, papà?
Cosa?
Il pianeta dei Kaioshin.
Caspita, hai ragione!
Mi racconti un’altra storia di Dragon Ball, per favore?
Certamente. Tra l’altro, tu ti lamentavi di non esser bravo a disegnare, di essere meno forte di alcuni tuoi compagni o di non essere capace di sopportare la fatica di queste salite, ebbene, sai che mi ricordi proprio Kaioshin quando si lamentava di non essere abbastanza forte? Ok, allora ti racconto alcune cose proprio riguardanti Kaioshin e le sue mille domande.

*

L’universo era appena nato. Anzi doveva forse ancora finire di nascere e questa storia inizia quando Kaioshin non era ancora nato. Ma come io la racconto a te allo stesso modo fu raccontata a lui. O forse, visto che è un dio, la ricorda pur non avendola vissuta. Capisci questa cosa, cucciolo?
Vuoi dire che un dio può ricordare cose che non ha vissuto lui?
Esattamente. Che poi, secondo me, gli dei ricordano tutto, ma male.
Cosa vuol dire, papà? E poi tu come fai a sapere queste cose? Le hai viste in qualche fumetto o puntata che non conosco o…
O…!
“O” cosa, papà? Te le stai inventando? Dai!
Te l’ho già detto che nessuno inventa nulla, se una cosa la puoi immaginare, in un modo o nell’altro è accaduta. Comunque o ti spiego come conosco questa vicenda (cosa mooolto lunga e noiosa) o ti racconto questa storia, scegli.
Storia, storia! Buono questo salame, mi dai un altro pezzo di formaggio?... grazie. Ahh!!!!!!
È un’apina lasciala stare e vedrai che non ti farà niente…vedi? Ricominciamo. L’universo era appena nato. Anzi doveva forse ancora finire di nascere.
Ma quando succede questa cosa, papà? Che c’entra Kaioshin?
Aspetta, aspetta, aspetta, siamo dentro a un suo pensiero. È Kaioshin che pensa a questo momento dopo la sconfitta di Majin Bu sdraiato su un’altura con un venticello fresco come questo che sta soffiando ora tra a noi che gli porta gli odori di tutto l’universo e con magari anche qualche mosca noiosa come questa. È steso di un cucuzzolo del suo pianeta simile a questa roccia da cui io e te ora guardiamo il mare vede i danni provocati dal combattimento tra Goku e Vegeta e quel mostro terribile. Buchi nel terreno, solchi grandi come burroni che hanno devastato l’aspetto del suo piccolo, perfetto e aggraziato pianetino.
Gli basterebbe un movimento del dito per far sì che il suo pianeta torni come nuovo, ma per ora preferisce non farlo. Le ferite del suo pianeta sembrano rassicurarlo, un dolore che diventa conforto.
Papà, come quando si litiga e dopo si fa la pace e ci si vuole ancora più bene?
Dieci e lode, bravissimo; ripenserai a quel litigio come a un ricordo bello. Ora Kaioshin guarda quel minuscolo torrente che prima formava una piccola cascata che si trasformava poi in un laghetto che però ora non esiste più. Al suo posto un buco che va fino al centro del pianeta e l’acqua che ci cade dentro senza produrre rumori. “Però quel laghetto mi piaceva. Lo ricostruirò presto”. Pensò subito.
Kaioshin rivive la nascita dell’universo.
Una massa informe che si muove diventando sempre più grossa in una danza che creerà tutto. Mentre tutto balla si crea e prende il suo posto, alcune forme prendono le sembianze più definite.
Dai papà che mi fai cadere l’acqua!
Uno sembra un uomo. È il Dio della Creazione, dell’equilibrio. È il primo Kaioshin. Crea continuamente cose, tante e di tutti i tipi, ma ancora non esistevano le cose che esistono ora ed è quindi difficile descrivere cosa creava, cos’erano queste cose. Sicuramente, una volta creata una cosa, Kaioshin si girava verso quell’altro... Come ad aspettare un suo cenno, un suo movimento. Infatti, spesso le sue creazioni si fermavano, si indurivano sempre più e morivano. E lo spazio si sarebbe continuato a riempire di roccia dura e morta. Fino a esplodere. Kaioshin sapeva bene che a quel punto non ci sarebbe più stato spazio per altre creazioni.
Ma come morivano queste cose papà? E chi è “quell’altro”?
Cessavano di ballare, di muoversi, perdevano vita. Quest’altra creatura invece è una specie di gatto viola che sta in piedi come un uomo.
È Bills!
Eeeesatto! Il Dio della Distruzione. L’unica cosa che fa è distruggere. Ma fortunatamente per la maggior parte del tempo dorme. E vedendo le creazioni di Kaioshin perdere vita e diventare roccia fredda enunciava la sua famosa frase Prima della creazione è necessaria la distruzione.
C’erano quindi un creatore e un distruttore. Senza entrambi la vita non sarebbe potuta andare avanti. A volte le creazioni di Kaioshin diventavano talmente tante e talmente morte e dure (col rischio che tutto il creato diventasse una roccia dura e senza vita) che solo Bills poteva salvare il mondo distruggendole.

Spesso è la distruzione a creare le cose migliori, sai?
Come i litigi che poi fai la pace?
Perrrfetto!

Creazione e distruzione. Così iniziò tutto. E a questo momento si susseguirono tantissime creazioni e distruzioni. Altre divinità, esseri viventi di tutti i tipi ma non solo, anche oggetti pianeti, venti e mari si crearono e con loro regole e leggi, emozioni e sentimenti, gioie e paure, volontà e serenità. Ma prima di ciò, insieme al Dio della Creazione e a quello della Distruzione era presente la Forza. Il Dio della Forza all’inizio si occupava solo di tenere insieme tutto. Come due braccia gigantesche che abbracciano ogni cosa.
Ahia, ahia! Lasciami!
Allora, successe che Il Dio della Forza venne fatto prigioniero da quello della distruzione e da ciò nacque il Dio dei sayan. Gli altri dei, regole e entità decisero di strappare liberare la Forza che non poteva essere appannaggio del Dio della Distruzione…
Che vuol dire appannaggio?
Che la Forza deve tenere insieme tutto e deve servire a tutti non solo alla distruzione, capisci? Rimase il problema di quel dio nato dall’unione della Forza col Dio della Distruzione: il Dio dei sayan. Il problema era che era privo di controllo. Rischiava di far saltare l'equilibrio, di distruggere tutto. Non era quella distruzione controllata e necessaria del Dio della Distruzione.
E cosa successe quindi?
Che avvenne tramite lo sterminio del suo popolo, perché era nei sayan, nel loro spirito, che viveva il Dio dei sayan. Ma non è facile far scomparire completamente un dio. Il Dio dei sayan rimase quindi, assopito, addormentato nell'animo di quei pochi sayan rimasti.

Papà ma era lo spirito della forza o il Dio della Forza? Che differenza c’è fra un dio e uno spirito?
Hmm…sai che è più o meno la stessa domanda che si stava facendo Kaioshin?

*

Normalmente gli dei non si fanno troppe domande. Ma, dopo tutto ciò che era successo, Kaioshin non poté evitarlo. Soprattutto perché sentiva di essere stato inutile. E quindi, steso sull’altura, guardando le ferite del suo pianeta e le stelle nello spazio continuò a chiedersi:
“Che cos’è un dio?
Una storia senza fine che non può quindi definirsi? Un continuo ridefinirsi? Guardarsi allo specchio avendo un altro specchio alle proprie spalle. Ci accontentiamo di finti finali per darci uno straccio di definizione, una posizione. E quindi siamo e non siamo allo stesso tempo.
Il mio pianeta respira. Si gonfia e sgonfia a ogni mio respiro. Il solco privo della spada Z. La sua rottura e la liberazione del Sommo; un essere che in queste vicende parrebbe anche più ridicolo di me; ora, sull’unica altura del mio pianeta guardo in direzione della Terra, teatro delle ultime vicende.
Ed eccomi quindi a una nuova definizione. Che cos’è un dio? Un Kaioshin? Un sayan? In cosa ogni esistenza si differenzia da un’altra?
Alla fine, dopo mille domande, dopo millenni e infiniti fallimenti ho forse compreso il mio ruolo. Forse anche il Dio della Terra lo capì prima di me, ma ha vissuto tra gli umani da straniero, da alieno e poi ha avuto a che fare con i sayan, con qualcuno di più forte di lui. Ha provato cosa vuol dire essere un dio, ciò che più si avvicina all’immortalità, ed essere allo stesso tempo impotente di fronte allo strapotere di semplici mortali. Io, come lui, ho dovuto imparare da esseri inferiori. La nostra posizione di divinità poteva essere messa in difficoltà solo ed esclusivamente da ciò che è fuori dalla nostra giurisdizione: dalla distruzione. Era chiaro a tutti noi kaioshin: non abbiamo potere su questo mostro, su Majin Bu, perché è chiaramente una creazione del Dio della Distruzione. Lo stesso abbiamo pensato probabilmente dei sayan. Ma in tono minore poiché nessun sayan poteva essere più potente di noi. Fino a che noi Kaioshin e il Dio della Terra (il Supremo) abbiamo conosciuto Goku. Un sayan. Buono e ingenuo come un bambino e dalla forza inimmaginabile, mi confessò il Supremo prima del mio intervento sulla Terra. Sta esagerando, pensai. E poi, nonostante il suo appellativo di “Supremo”, gli dei di singoli pianeti al cospetto di un Kaioshin sono poca roba, degli impiegatucci. E anche lui la pensava così. Cercò di curare il suo stupore, il suo sentimento di inutilità e impotenza, con la mia figura. Come dire, Ahhh, ora arriva il capo e mette tutto a posto e anche io mi sentirò meglio, meno inutile. Altrettanto inutile descrivere il suo stupore – quasi terrore – quando vide il mio di stupore. L’incredulità, l’impotenza. Sì, impotenza è la parola che meglio descrive un essere superiore al cospetto di un mortale di questo tipo.
I miei poteri, il mio assurdo piano per evitare il risveglio di quella forza maligna; quando l’impotenza lambisce e supera il ridicolo. Tutto ciò che ho fatto è stato ridicolo, fallimentare e condito da quella sensazione: impotenza, annichilimento. E tutto iniziò con Gohan, il figlio di Goku che all’epoca era nell’aldilà, per la seconda o terza volta, non ricordo bene. Che poi, da quando un mortale può fare avanti e indietro dall’aldilà come se si trattasse di una vacanza? Ahh, giusto, le sfere del drago. Mah, probabilmente questa era è caratterizzata da una sorta di rimbambimento divino?
Insomma, mi sono trovato a un certo punto tra due sayan (l’altro era Vegeta, il principe dei sayan, l’unico a conservare lo spirito maligno della sua razza anche se chiaramente in via di “addomesticamento”) e i loro tre figli mezzi sayan e mezzi umani dotati di una forza molto superiore rispetto alla mia.
Un Supremo e un Kaioshin che tremano dalla paura? Coi volti madidi a osservare il terribile Majin Bu e il suo sconfinato potere maligno e questi combattenti sayan che in barba al mio piano (immediatamente fallito) affrontarono sprezzanti questo mostro. Là dove gli dei hanno tremato i sayan non vedevano l’ora di cominciare a combattere.
E quindi, che cos’è un dio?
Non lo sapremo mai, si è detto, perché un dio non ha fine. E quindi, qual è il mio ruolo?
Noi Kaioshin siamo dei della creazione. Possiamo creare. Anche pianeti, se vogliamo, ma non essere i più potenti a quanto pare; un dio può creare un pianeta che non solo Majin Bu, ma persino questi sayan (o mezzi sayan) possono distruggere senza troppe fatiche.

E quale sarebbe, dunque, il mio ruolo? Comprendere il “loro” ruolo? Forse!

Fermare il tempo e la rotazione del mio pianeta per capire cosa fare. Mentre i sayan, mangiano come pozzi senza fondo, o combattono senza paure riguardo la loro mortalità.
Il buon capo. Colui che non si sofferma sul suo ruolo, sul suo essere supremo, sommo, Dio della Creazione o altro e umilmente si “abbassa” al livello dei mortali per capire, aiutare.
Ecco, è così! Questo è il mio ruolo.
Sapermi ricalcolare senza farmi prendere dalla smania di primeggiare o di distruggere. E questo ciò che mi differenzia dai distruttori e dai potenti sayan il cui potere, è ormai chiaro, trascende quello di mortali e forse anche di divinità.
E così feci infatti. Ricalcolai la mia posizione. Cercai addirittura chi potesse sostituirmi. Mi sarei pensionato per permettere a questi sayan di accedere ai miei poteri e sconfiggere il male. Ma non è così semplice.
Com’era tutto ciò all’alba dei tempi? Oh, la memoria, questo vento straniero a tutti e che eternamente gioca a non farsi catturare.
C’era un tempo un Dio dei sayan? …”

Papà ma Kaioshin non ricorda quello che mi hai raccontato prima? Non sa nulla del Dio dei sayan…
Era quello che ti dicevo: gli dei ricordano male. Per ricordare bene devono trovare il percorso di quel ricordo, lo devono cercare. E quindi in quel momento Kaioshin, immobile in osservazione, sta cercando nella memoria del mondo le spiegazioni. Vediamo come riuscirà a ricordare?
Ok.

“C’era un tempo un Dio dei sayan? È forse precedente alla mia nascita? Mi fu raccontato dagli altri Kaioshin? Ricordo bene? E che fine ha fatto? Ha consumato forse la sua divinità nelle incarnazioni? O forse non era controllabile ed è stato dunque limitato dalle altre divinità? Sì, sì, andò così.
In ogni caso anche l’idea di un mio sostituto sayan fallì miseramente e per questo sono qui a ricalcolarmi, a ragionare sulla mia entità.
Chi avrebbe potuto sostituirmi? Goku, certamente. Facile, facile: è di gran lunga il più forte. Ma è di una ingenuità colossale e la sua volontà di sacrificare ogni cosa per un nuovo avversario da combattere, per il solo gusto di combattere, ha fatto danni enormi. No, no, no, non può essere lui. È, come Vegeta d’altronde, assolutamente soggiogato dalla sua voglia di combattere. Buono ma folle. Il calcolo durò ben poco perché l’eletto non poteva che essere Gohan. Gli altri due mezzi sayan (Goten e Trunks) avevano gli stessi difetti dei padri ed erano ancora troppo giovani, ma già si vedeva che non avevano le caratteristiche per diventare gli eletti a questo ruolo. Gohan dunque.
E quindi me lo sono portato nel mio pianeta. Gli ho affidato quella spada Z che conteneva l’anima del Sommo Kaioshin i cui allenamenti riuscirono a dare a Gohan il potere “supremo”. Quel potere che avrebbe potuto sconfiggere, unito alla sua poderosa forza, Majin Bu.
Il piano questa volta aveva un senso, fallì miseramente, ma aveva un senso: l’amore per il creato di Gohan, la sua volontà di aiutare il prossimo, insomma, tutte le caratteristiche per diventare un kaioshin. Poi vidi qualcosa di terrificante nella sua anima e di assolutamente inconciliabile col ruolo di eletto: il controllo. La vera forza di Gohan, quella buona per sconfiggere il male, si manifesta solo nel momento in cui perde il controllo rischiando di diventare ancora più pericoloso del padre.
Probabilmente lo spirito di quel Dio sayan che pervade i protagonisti di queste storie non è conciliabile col controllo.
E se la sua incarnazione avesse proprio questo scopo? Diminuire, attraverso la mortalità, attraverso il suo non essere più un dio, la possibilità di annientare il creato. Trovare una redenzione attraverso le vicende mortali. Creare col suo spirito la razza di guerrieri più forti, rendersi conto di andare nuovamente in contro alla perdita del controllo e accettare i disegni divini facendo sterminare la sua razza e lasciando pochi elementi su cui lavorare. Pochi elementi che avrebbero dovuto comprendere le ragioni dell’esistenza fino a far mutare la propria essenza da distruttrice a creatrice o forse meglio conservatrice? Potrebbe essere. Il percorso sembrerebbe questo. Anche la presenza di quel sayan impazzito (Broly) non fa altro che confermarlo. È l’opposto che fa sì che tutto possa esistere. È la ricerca di quell’equilibrio dinamico.  
Dobbiamo forse aiutare il Dio dei sayan a ritrovare la propria essenza divina rinnovata dall’amore per questo equilibrio? “

*

Nel frattempo, da un altro piccolissimo e remoto pianeta, il Dio della Distruzione stava per svegliarsi da un sogno lungo trentanove anni. Questo dio si addormenta sempre per noia. I suoi sogni vagano per l’universo alla ricerca di pensieri che possano destarlo. Pensieri di distruzione, di appagamento, Chi sarebbe questo Dio dei sayan? Perché non lo conosco? Perché voglio conoscerlo? Potrebbe essere tutto ciò motivo per svegliarmi?

*

La storia è finita, ti è piaciuta?
Sì, sì ma non ho capito bene tutto, tutto.
Meno male, neanche io. Comunque le cose importanti non sono i fatti, le parole, ma quello che si è provato in quei momenti. Ci siamo chiesti “chissà cosa avranno provato Videl, Chichi o Crili ad aver a che fare con un essere così particolare come Goku?”. E Kaioshin? Kaioshin è un dio. E il Dio dei sayan come può c’entrare con queste storie? Non lo so ma il povero Kaioshin che si vedeva tanto debole, pauroso e inutile ha capito che il suo ruolo è un altro, che non esiste solo la forza.
Ma quindi Majin Bu, il Dio dei sayan e Bills sono tutti fratelli?
Ho detto questo?
Mi sembrava…
Non penso, però dai cominciamo a scendere prima che faccia buio e intanto ne parliamo.
Papà, ma quindi questa storia è vera o…
O…
Dai papà!

sabato 25 giugno 2016

Inizio del Romanzo - Da Akira a Dragon Ball a Star Wars



Sai papà perché volevo che mi leggessi tu la storia oggi?
Hmm, forse perché ti piace che io non le legga ma me la inventi.
È vero! Ma oggi mi racconti di quella cosa che mi avevi detto della Forza; di com’era una volta… che non mi ricordo?
Vuoi dire quella storia di cui ti parlai dopo che eri stato a vedere l’ultimo film di Star Wars; quella storia che parlava anche di Dragon Ball?
Sì, sì!
Ok, ma è una storia lunga, anzi lunghissima. Facciamo così: ogni giorno che rimani a dormire qui dai tuoi nonnini, se vuoi, te ne racconterò un pezzo.

*

Sappi allora che ciò che tu chiami “forza”, esattamente come ciò che chiamiamo “vita” e come tutte le cose, una volta era molto diversa da come te la puoi immaginare ora. Le cose cambiano sempre e noi insieme a loro. D’altronde, anche quando sogniamo, la vita è diversa da come la viviamo da svegli.
Ebbene, tantissimo tempo fa, la forza fu ciò che tenne tutte le cose insieme per evitare che si perdessero, che non si trovassero più. Le ha strette talmente tanto che le ha fatte mischiare e si è mischiata con loro.

Come quando la mamma mi rimbocca le coperte?
Certo, e come quando anch’io ti rimbocco le coperte.
Ma la mamma fa più forte, sembra proprio che voglia stritolarmi!
Ma infatti è così. Le mamme in verità vorrebbero fare come la forza e stritolare (il papà spreme il figlio che ride) i propri figli per mischiarsi di nuovo con loro.
Ma papà, cosa dici!
Dai, non preoccuparti, non lo farà. Ai grandi, devi sapere, piace un sacco far finta di fare le cose, quasi più che farle davvero; ma andiamo avanti.

L’abbraccio della forza ha fatto sì che la Terra si creasse.
Ma quindi è la forza che ha creato tutto?
No. La forza è come una pentola che tiene insieme tutti gli ingredienti; o forse è il fuoco che li cucina; o forse è entrambe le cose. Ma comunque non starei troppo a pensare a chi ha creato le cose. Magari si sono create tutte insieme. È come un discorso: chi lo crea? Una serie di persone che si ritrovano insieme…insomma.
Cos’è successo poi alla forza? Tantissime o forse infinite cose. Gli alberi, l’aria, l’acqua gli animali e poi gli uomini potevano usarla a proprio piacimento. Era facile, senza problemi né capricci. Chi voleva essere forte bastava che pensasse di esser forte e lo sarebbe diventato. Certo una formica che si sentiva forte non poteva diventare forte come un leone che si sentiva forte, così come un pigrone che non faceva nulla non poteva diventare forte come una persona allenata, intelligente e concentrata. In base a ciò, alcuni uomini riuscirono a diventare fortissimi. La forza era ovunque e facilmente utilizzabile da chiunque.
Fu così che un giorno un ragazzo capì meglio di tutti gli altri.
La sua forza divenne gigantesca. Riusciva a farci quel che voleva.
Imparò a volare, il giorno dopo a lanciare onde energetiche che potevano distruggere palazzi interi, il giorno dopo ancora imparò a costruire oggetti e anche a creare la vita. Era talmente eccitato dalla sua forza che la utilizzava continuamente. Distruggeva e creava senza mai fermarsi. Ma intanto, tutto ciò che era intorno a lui soffriva dei suoi continui cambiamenti e allora cominciò a sentirsi male. Si rese conto che non era più lui a governare la forza ma era la Forza ad aver preso il controllo del suo corpo. Dopo quel pensiero il suo corpo cominciò a gonfiare sempre più e l’energia che emanava cominciò a distruggere ogni cosa.
In breve crebbe tanto che avvolse tutto il mondo.
La sua testa persa nello spazio guardava il resto del suo corpo che sembrava un enorme magma e nube che avvolgeva tutta la Terra. Terra ormai che sentiva sgretolarsi sotto le sue grinfie. E mentre il suo corpo cominciò a esplodere lasciò tra le stelle un grido: Mamma!

*

(si apre la porta della camera – entra la mamma)
Chi è?
Ciao, mamma.
Cosa state facendo? Perché non dorme ancora?
Gli stavo raccontando di Akira amore.
Akira? Ma ti pare il caso? Vabbè che è vacanza…
No amore, non è proprio Akira…dai non ti preoccupare. È vacanza…
Va bene, ma non esagerate, ok?
Ok, amore non preoccuparti.
‘Notte mamma.
‘Notte cucciolo.

 *

Papà chi è Akira e perché la mamma era tanto preoccupata?
Niente, ti ha mica fatto paura la storia finora?
Hmm…
Un pochino, forse? Ma non importa è normale e poi mica era finita, anzi non finisce proprio.
Ma quando arrivi a Star Wars e Dragon Ball?
Ora, ora...pazienta.

*

Fu quel grido “Mamma” lanciato nello spazio da quel bambino a ricreare il mondo. E in questo nuovo mondo la Forza decise di tenersi un po’ distante dalle vicende umane perché era troppo pericoloso. Nella storia che ti racconterò nei prossimi giorni ti spiegherò come si è ricreato quel mondo da cui poi si creò quello di Star Wars da cui poi si creò il nostro.
In breve, quel nuovo mondo creatosi, era quello di Dragon Ball. La forza diventò qualcosa che solo in pochi potevano conoscere e che ancora meno persone potevano padroneggiare. Purtroppo a questi ultimi bastava poco sforzo per distruggere un pianeta intero e così la forza dovette allontanarsi ancora di più dalla portata degli uomini.
Infatti a Freezer bastava un dito solo!
Appunto, non andava bene. Il mondo dovette nuovamente cambiare e, alla fine di tutte quelle vicende che ben conosciamo, il mondo divenne quel che abbiamo visto in Star Wars.
Papà, ma queste cose sono successe davvero?
E chi lo sa? Io so solo che, la realtà, è quello che prima chiamavamo fantasia; se si sono fatti tanti film, racconti e storie su queste avventure secondo me sono successe davvero. Piccolo, devi sapere che noi non siamo in grado di inventare nulla. Il nostro cervello non fa altro che andare a pescare le mille storie già esistite. La fantasia non esiste. Anzi, la fantasia esiste.
Non ho capito…esiste o non esiste?
La fantasia è un ricordo che non ricordiamo bene. Vedila così: se ce lo possiamo immaginare, in un modo o nell’altro, è esistito, ok?
Sì papà, ho capito!
Bravo.

*

L’ultima mutazione della forza è quella che hai visto in Star Wars. Pochissimi uomini in tutto l’universo la possedevano e rispetto all’epoca di Dragon Ball l’utilizzo che se ne poteva fare era decisamente limitato.
E certo, Darth Vader non poteva mica distruggere pianeti, non sapeva quasi neanche correre!!!
Shh, che la mamma si arrabbia! Comunque te la faccio corta. Dopo la storia di Star Wars la forza si allontanò definitivamente dalle capacità umane e ora la possiamo trovare solo se ci alleniamo e concentriamo tantissimo. Ma non voleremo mai e non sposteremo gli oggetti con la forza della mente. Ma potremo comprendere meglio cos’è il mondo di tutti gli spiriti. Scopriremo che la Forza non è la sola cosa interessante. Così come già avevano capito i protagonisti della storia che ti racconterò: i protagonisti di Dragon Ball. I primi a capire come ci si sente di fronte a un dio, di come un dio possa sentirsi in mezzo agli uomini. Del volere impegnarsi per gli amici, del saper perdonare e di cosa sia la passione per la vita che è la vera forza dell’esistenza. 

 *

Shh, shh, fai finta di dormire….!

(porta della camera che si ri-apre)
…sta dormendo?
Sì, gli sto solo facendo due carezzine per essere sicuro, amore.
Ok…se fa incubi stanotte ti alzi tu.
E quando mai ha fatto incubi?
Hmm…ok.

*

Ora parliamo piano piano.
Ok, ora ti leggo un racconto che ho già scritto di una storia che conosci già così puoi anche dormire. È la storia di papà Gohan e del piccolo Goku.
Oh che bello. Domani facciamo un gioco sulla storia della forza con tutti i pupazzetti di Star Wars e Dragon Ball?
Ok amore. Ora mettiti giù che ti leggo la prima storia. Si chiama “Il punto di vista di nonno Gohan”.