Mi stai ascoltando papà? Uffa, io non ce la faccio più
però, ancora non siamo arrivati?
Sì che ti ascolto ma non puoi parlare e camminare perché
qui la salita è ripida e ti affatichi troppo. Guarda, ho il fiatone e sono
tutto sudato anch’io. Però ci siamo quasi, ancora un piccolo sforzo…
Sì, ma sono due ore che lo dici.
Eccoci, eccoci, guarda che meraviglia. Qui mi portava
spesso il nonno e io facevo molti più capricci di te. Bravo, sei diventato un
buon camminatore. Qui si incrociano due mari diversi, lo vedi che hanno colori
e onde differenti? Che sono diversi?
Sì, ma che vuol dire che sono diversi? Il mare non è
sempre lo stesso?
No, niente è mai lo stesso perché tutto cambia
continuamente e se non cambia continuamente, cambiamo noi. Ecco, io e il nonno
ci sedevamo sempre su questo pietrone a osservare questo spettacolo.
Sai cosa sembra questo posto, papà?
Cosa?
Il pianeta dei Kaioshin.
Caspita, hai ragione!
Mi racconti un’altra storia di Dragon Ball, per favore?
Certamente. Tra l’altro, tu ti lamentavi di non esser
bravo a disegnare, di essere meno forte di alcuni tuoi compagni o di non essere
capace di sopportare la fatica di queste salite, ebbene, sai che mi ricordi
proprio Kaioshin quando si lamentava di non essere abbastanza forte? Ok, allora
ti racconto alcune cose proprio riguardanti Kaioshin e le sue mille domande.
*
L’universo era appena nato. Anzi doveva forse ancora
finire di nascere e questa storia inizia quando Kaioshin non era ancora nato.
Ma come io la racconto a te allo stesso modo fu raccontata a lui. O forse,
visto che è un dio, la ricorda pur non avendola vissuta. Capisci questa cosa,
cucciolo?
Vuoi dire che un dio può ricordare cose che non ha
vissuto lui?
Esattamente. Che poi, secondo me, gli dei ricordano tutto,
ma male.
Cosa vuol dire, papà? E poi tu come fai a sapere queste
cose? Le hai viste in qualche fumetto o puntata che non conosco o…
O…!
“O” cosa, papà? Te le stai inventando? Dai!
Te l’ho già detto che nessuno inventa nulla, se una cosa
la puoi immaginare, in un modo o nell’altro è accaduta. Comunque o ti spiego
come conosco questa vicenda (cosa mooolto lunga e noiosa) o ti racconto questa
storia, scegli.
Storia, storia! Buono questo salame, mi dai un altro
pezzo di formaggio?... grazie. Ahh!!!!!!
È un’apina lasciala stare e vedrai che non ti farà
niente…vedi? Ricominciamo. L’universo era appena nato. Anzi doveva forse ancora
finire di nascere.
Ma quando succede questa cosa, papà? Che c’entra
Kaioshin?
Aspetta, aspetta, aspetta, siamo dentro a un suo
pensiero. È Kaioshin che pensa a questo momento dopo la sconfitta di Majin Bu
sdraiato su un’altura con un venticello fresco come questo che sta soffiando
ora tra a noi che gli porta gli odori di tutto l’universo e con magari anche
qualche mosca noiosa come questa. È steso di un cucuzzolo del suo pianeta
simile a questa roccia da cui io e te ora guardiamo il mare vede i danni
provocati dal combattimento tra Goku e Vegeta e quel mostro terribile. Buchi
nel terreno, solchi grandi come burroni che hanno devastato l’aspetto del suo
piccolo, perfetto e aggraziato pianetino.
Gli basterebbe un movimento del dito per far sì che il
suo pianeta torni come nuovo, ma per ora preferisce non farlo. Le ferite del
suo pianeta sembrano rassicurarlo, un dolore che diventa conforto.
Papà, come quando si litiga e dopo si fa la pace e ci si
vuole ancora più bene?
Dieci e lode, bravissimo; ripenserai a quel litigio come
a un ricordo bello. Ora Kaioshin guarda quel minuscolo torrente che prima
formava una piccola cascata che si trasformava poi in un laghetto che però ora
non esiste più. Al suo posto un buco che va fino al centro del pianeta e
l’acqua che ci cade dentro senza produrre rumori. “Però quel laghetto mi
piaceva. Lo ricostruirò presto”. Pensò subito.
Kaioshin rivive la nascita dell’universo.
Una massa informe che si muove diventando sempre più
grossa in una danza che creerà tutto. Mentre tutto balla si crea e prende il
suo posto, alcune forme prendono le sembianze più definite.
Dai papà che mi fai cadere l’acqua!
Uno sembra un uomo. È il Dio della Creazione,
dell’equilibrio. È il primo Kaioshin. Crea continuamente cose, tante e di tutti
i tipi, ma ancora non esistevano le cose che esistono ora ed è quindi difficile
descrivere cosa creava, cos’erano queste cose. Sicuramente, una volta creata una
cosa, Kaioshin si girava verso quell’altro... Come ad aspettare un suo cenno,
un suo movimento. Infatti, spesso le sue creazioni si fermavano, si indurivano
sempre più e morivano. E lo spazio si sarebbe continuato a riempire di roccia
dura e morta. Fino a esplodere. Kaioshin sapeva bene che a quel punto non ci
sarebbe più stato spazio per altre creazioni.
Ma come morivano queste cose papà? E chi è “quell’altro”?
Cessavano di ballare, di muoversi, perdevano vita.
Quest’altra creatura invece è una specie di gatto viola che sta in piedi come
un uomo.
È Bills!
Eeeesatto! Il Dio della Distruzione. L’unica cosa che fa
è distruggere. Ma fortunatamente per la maggior parte del tempo dorme. E
vedendo le creazioni di Kaioshin perdere vita e diventare roccia fredda
enunciava la sua famosa frase Prima della
creazione è necessaria la distruzione.
C’erano quindi un creatore e un distruttore. Senza
entrambi la vita non sarebbe potuta andare avanti. A volte le creazioni di
Kaioshin diventavano talmente tante e talmente morte e dure (col rischio che
tutto il creato diventasse una roccia dura e senza vita) che solo Bills poteva
salvare il mondo distruggendole.
Spesso è la distruzione a creare le cose migliori, sai?
Come i litigi che poi fai la pace?
Perrrfetto!
Creazione e distruzione. Così iniziò tutto. E a questo
momento si susseguirono tantissime creazioni e distruzioni. Altre divinità,
esseri viventi di tutti i tipi ma non solo, anche oggetti pianeti, venti e mari
si crearono e con loro regole e leggi, emozioni e sentimenti, gioie e paure,
volontà e serenità. Ma prima di ciò, insieme al Dio della Creazione e a quello
della Distruzione era presente la Forza. Il Dio della Forza all’inizio si
occupava solo di tenere insieme tutto. Come due
braccia gigantesche che abbracciano ogni cosa.
Ahia, ahia! Lasciami!
Allora, successe che Il Dio della Forza venne fatto
prigioniero da quello della distruzione e da ciò nacque il Dio dei sayan. Gli
altri dei, regole e entità decisero di strappare liberare la Forza che non
poteva essere appannaggio del Dio della Distruzione…
Che vuol dire appannaggio?
Che la Forza deve tenere insieme tutto e deve servire a
tutti non solo alla distruzione, capisci? Rimase il problema di quel dio nato
dall’unione della Forza col Dio della Distruzione: il Dio dei sayan. Il
problema era che era privo di controllo. Rischiava di far saltare l'equilibrio,
di distruggere tutto. Non era quella distruzione controllata e necessaria del Dio
della Distruzione.
E cosa successe quindi?
Che avvenne tramite lo sterminio del suo popolo, perché
era nei sayan, nel loro spirito, che viveva il Dio dei sayan. Ma non è facile
far scomparire completamente un dio. Il Dio dei sayan rimase quindi, assopito,
addormentato nell'animo di quei pochi sayan rimasti.
Papà ma era lo spirito della forza o il Dio della Forza?
Che differenza c’è fra un dio e uno spirito?
Hmm…sai che è più o meno la stessa domanda che si stava
facendo Kaioshin?
*
Normalmente gli dei non si fanno troppe domande. Ma, dopo
tutto ciò che era successo, Kaioshin non poté evitarlo. Soprattutto perché
sentiva di essere stato inutile. E quindi, steso sull’altura, guardando le
ferite del suo pianeta e le stelle nello spazio continuò a chiedersi:
“Che cos’è un dio?
Una storia senza fine che non può quindi definirsi? Un
continuo ridefinirsi? Guardarsi allo specchio avendo un altro specchio alle
proprie spalle. Ci accontentiamo di finti finali per darci uno straccio di
definizione, una posizione. E quindi siamo e non siamo allo stesso tempo.
Il mio pianeta respira. Si gonfia e sgonfia a ogni mio
respiro. Il solco privo della spada Z. La sua rottura e la liberazione del
Sommo; un essere che in queste vicende parrebbe anche più ridicolo di me; ora,
sull’unica altura del mio pianeta guardo in direzione della Terra, teatro delle
ultime vicende.
Ed eccomi quindi a una nuova definizione. Che cos’è un
dio? Un Kaioshin? Un sayan? In cosa ogni esistenza si differenzia da un’altra?
Alla fine, dopo mille domande, dopo millenni e infiniti
fallimenti ho forse compreso il mio ruolo. Forse anche il Dio della Terra lo
capì prima di me, ma ha vissuto tra gli umani da straniero, da alieno e poi ha
avuto a che fare con i sayan, con qualcuno di più forte di lui. Ha provato cosa
vuol dire essere un dio, ciò che più si avvicina all’immortalità, ed essere
allo stesso tempo impotente di fronte allo strapotere di semplici mortali. Io,
come lui, ho dovuto imparare da esseri inferiori. La nostra posizione di
divinità poteva essere messa in difficoltà solo ed esclusivamente da ciò che è
fuori dalla nostra giurisdizione: dalla distruzione. Era chiaro a tutti noi kaioshin:
non abbiamo potere su questo mostro, su Majin Bu, perché è chiaramente una
creazione del Dio della Distruzione. Lo stesso abbiamo pensato probabilmente dei
sayan. Ma in tono minore poiché nessun sayan poteva essere più potente di noi.
Fino a che noi Kaioshin e il Dio della Terra (il Supremo) abbiamo conosciuto
Goku. Un sayan. Buono e ingenuo come un
bambino e dalla forza inimmaginabile, mi confessò il Supremo prima del mio
intervento sulla Terra. Sta esagerando, pensai. E poi, nonostante il suo
appellativo di “Supremo”, gli dei di singoli pianeti al cospetto di un Kaioshin
sono poca roba, degli impiegatucci. E anche lui la pensava così. Cercò di
curare il suo stupore, il suo sentimento di inutilità e impotenza, con la mia
figura. Come dire, Ahhh, ora arriva il
capo e mette tutto a posto e anche io mi sentirò meglio, meno inutile.
Altrettanto inutile descrivere il suo stupore – quasi terrore – quando vide il mio
di stupore. L’incredulità, l’impotenza. Sì, impotenza è la parola che meglio
descrive un essere superiore al cospetto di un mortale di questo tipo.
I miei poteri, il mio assurdo piano per evitare il
risveglio di quella forza maligna; quando l’impotenza lambisce e supera il
ridicolo. Tutto ciò che ho fatto è stato ridicolo, fallimentare e condito da
quella sensazione: impotenza, annichilimento. E tutto iniziò con Gohan, il
figlio di Goku che all’epoca era nell’aldilà, per la seconda o terza volta, non
ricordo bene. Che poi, da quando un mortale può fare avanti e indietro
dall’aldilà come se si trattasse di una vacanza? Ahh, giusto, le sfere del
drago. Mah, probabilmente questa era è caratterizzata da una sorta di
rimbambimento divino?
Insomma, mi sono trovato a un certo punto tra due sayan
(l’altro era Vegeta, il principe dei sayan, l’unico a conservare lo spirito
maligno della sua razza anche se chiaramente in via di “addomesticamento”) e i
loro tre figli mezzi sayan e mezzi umani dotati di una forza molto superiore
rispetto alla mia.
Un Supremo e un Kaioshin che tremano dalla paura? Coi
volti madidi a osservare il terribile Majin Bu e il suo sconfinato potere
maligno e questi combattenti sayan che in barba al mio piano (immediatamente
fallito) affrontarono sprezzanti questo mostro. Là dove gli dei hanno tremato i
sayan non vedevano l’ora di cominciare a combattere.
E quindi, che cos’è un dio?
Non lo sapremo mai, si è detto, perché un dio non ha
fine. E quindi, qual è il mio ruolo?
Noi Kaioshin siamo dei della creazione. Possiamo creare.
Anche pianeti, se vogliamo, ma non essere i più potenti a quanto pare; un dio
può creare un pianeta che non solo Majin Bu, ma persino questi sayan (o mezzi
sayan) possono distruggere senza troppe fatiche.
E quale sarebbe, dunque, il mio ruolo? Comprendere il
“loro” ruolo? Forse!
Fermare il tempo e la rotazione del mio pianeta per
capire cosa fare. Mentre i sayan, mangiano come pozzi senza fondo, o combattono
senza paure riguardo la loro mortalità.
Il buon capo. Colui che non si sofferma sul suo ruolo, sul
suo essere supremo, sommo, Dio della Creazione o altro e umilmente si “abbassa”
al livello dei mortali per capire, aiutare.
Ecco, è così! Questo è il mio ruolo.
Sapermi ricalcolare senza farmi prendere dalla smania di
primeggiare o di distruggere. E questo ciò che mi differenzia dai distruttori e
dai potenti sayan il cui potere, è ormai chiaro, trascende quello di mortali e
forse anche di divinità.
E così feci infatti. Ricalcolai la mia posizione. Cercai
addirittura chi potesse sostituirmi. Mi sarei pensionato per permettere a
questi sayan di accedere ai miei poteri e sconfiggere il male. Ma non è così
semplice.
Com’era tutto ciò all’alba dei tempi? Oh, la memoria,
questo vento straniero a tutti e che eternamente gioca a non farsi catturare.
C’era un tempo un Dio dei sayan? …”
Papà ma Kaioshin non ricorda quello che mi hai raccontato
prima? Non sa nulla del Dio dei sayan…
Era quello che ti dicevo: gli dei ricordano male. Per
ricordare bene devono trovare il percorso di quel ricordo, lo devono cercare. E
quindi in quel momento Kaioshin, immobile in osservazione, sta cercando nella
memoria del mondo le spiegazioni. Vediamo come riuscirà a ricordare?
Ok.
“C’era un tempo un Dio dei sayan? È forse precedente alla
mia nascita? Mi fu raccontato dagli altri Kaioshin? Ricordo bene? E che fine ha
fatto? Ha consumato forse la sua divinità nelle incarnazioni? O forse non era
controllabile ed è stato dunque limitato dalle altre divinità? Sì, sì, andò
così.
In ogni caso anche l’idea di un mio sostituto sayan fallì
miseramente e per questo sono qui a ricalcolarmi, a ragionare sulla mia entità.
Chi avrebbe potuto sostituirmi? Goku, certamente. Facile,
facile: è di gran lunga il più forte. Ma è di una ingenuità colossale e la sua
volontà di sacrificare ogni cosa per un nuovo avversario da combattere, per il solo
gusto di combattere, ha fatto danni enormi. No, no, no, non può essere lui. È,
come Vegeta d’altronde, assolutamente soggiogato dalla sua voglia di
combattere. Buono ma folle. Il calcolo durò ben poco perché l’eletto non poteva
che essere Gohan. Gli altri due mezzi sayan (Goten e Trunks) avevano gli stessi
difetti dei padri ed erano ancora troppo giovani, ma già si vedeva che non avevano
le caratteristiche per diventare gli eletti a questo ruolo. Gohan dunque.
E quindi me lo sono portato nel mio pianeta. Gli ho
affidato quella spada Z che conteneva l’anima del Sommo Kaioshin i cui
allenamenti riuscirono a dare a Gohan il potere “supremo”. Quel potere che
avrebbe potuto sconfiggere, unito alla sua poderosa forza, Majin Bu.
Il piano questa volta aveva un senso, fallì miseramente,
ma aveva un senso: l’amore per il creato di Gohan, la sua volontà di aiutare il
prossimo, insomma, tutte le caratteristiche per diventare un kaioshin. Poi vidi
qualcosa di terrificante nella sua anima e di assolutamente inconciliabile col
ruolo di eletto: il controllo. La vera forza di Gohan, quella buona per
sconfiggere il male, si manifesta solo nel momento in cui perde il controllo
rischiando di diventare ancora più pericoloso del padre.
Probabilmente lo spirito di quel Dio sayan che pervade i
protagonisti di queste storie non è conciliabile col controllo.
E se la sua incarnazione avesse proprio questo scopo?
Diminuire, attraverso la mortalità, attraverso il suo non essere più un dio, la
possibilità di annientare il creato. Trovare una redenzione attraverso le vicende
mortali. Creare col suo spirito la razza di guerrieri più forti, rendersi conto
di andare nuovamente in contro alla perdita del controllo e accettare i disegni
divini facendo sterminare la sua razza e lasciando pochi elementi su cui
lavorare. Pochi elementi che avrebbero dovuto comprendere le ragioni
dell’esistenza fino a far mutare la propria essenza da distruttrice a creatrice
o forse meglio conservatrice? Potrebbe essere. Il percorso sembrerebbe questo.
Anche la presenza di quel sayan impazzito (Broly) non fa altro che confermarlo.
È l’opposto che fa sì che tutto possa esistere. È la ricerca di
quell’equilibrio dinamico.
Dobbiamo forse aiutare il Dio dei sayan a ritrovare la
propria essenza divina rinnovata dall’amore per questo equilibrio? “
*
Nel frattempo, da un altro piccolissimo e remoto pianeta,
il Dio della Distruzione stava per svegliarsi da un sogno lungo trentanove
anni. Questo dio si addormenta sempre per noia. I suoi sogni vagano per
l’universo alla ricerca di pensieri che possano destarlo. Pensieri di
distruzione, di appagamento, Chi sarebbe
questo Dio dei sayan? Perché non lo conosco? Perché voglio conoscerlo? Potrebbe
essere tutto ciò motivo per svegliarmi?
*
La storia è finita, ti è piaciuta?
Sì, sì ma non ho capito bene tutto, tutto.
Meno male, neanche io. Comunque le cose importanti non
sono i fatti, le parole, ma quello che si è provato in quei momenti. Ci siamo
chiesti “chissà cosa avranno provato Videl, Chichi o Crili ad aver a che fare
con un essere così particolare come Goku?”. E Kaioshin? Kaioshin è un dio. E il
Dio dei sayan come può c’entrare con queste storie? Non lo so ma il povero
Kaioshin che si vedeva tanto debole, pauroso e inutile ha capito che il suo
ruolo è un altro, che non esiste solo la forza.
Ma quindi Majin Bu, il Dio dei sayan e Bills sono tutti
fratelli?
Ho detto questo?
Mi sembrava…
Non penso, però dai cominciamo a scendere prima che
faccia buio e intanto ne parliamo.
Papà, ma quindi questa storia è vera o…
O…
Dai papà!